Buongiorno, Sono alla ricerca di un consulto medico per una frattura somatica amielica L2 creata dopo un crollo strutturale della colonna in quel punto. Mi hanno messo un busto c35 e 30 gg di letto. Ho letto di operazioni chirurgiche che iniettando del cemento osseo nel giro di un paio di gg ti rimettono in piedi. Ma la mia domanda è una frattura come la mia può essere curata in quel sistema oppure deve unicamente e per forza guarire con il busto e 30gg di riposo? Io sono ricoverato in lungo degenza ed il medico continua a dirmi che non ci sono altri metodi ma io non ne sono convinto. Adesso sono passati 9 giorni dall’incidente in alternativa cosa posso fare per stare in piedi oppure essere trasportato in macchina? Cordiali saluti
Premesso che dire "frattura amielica L2" non fornisce nessuna informazione sulla tipologia di frattura, sulle condizioni del muro posteriore, sulla sua stabilità, e quindi sulla sua gravità, ma evidenzia solo il fatto che non ha causato lesioni neurologiche, ne consegue che non ho elementi per decidere come curare "una frattura come la mia". Le suggerisco di accertare bene i tempi di guarigione con il suo ortopedico per evitare possibili malintesi: in genere le fratture vertebrali richiedono 3 mesi per completare la guarigione e spesso comprendono un mese di permanenza assoluta a letto (=non andare nemmeno in bagno) cui seguono di solito 2 mesi di busto (da mettere e togliere sempre da sdraiato) e spesso un altro mese per svezzamento dal busto e riabilitazione. L'uso di "in genere", "spesso" e "di solito" è indispensabile proprio perché non ho nessun elemento per esprimere un parere su un quadro clinico sconosciuto. Presumo che il ricovero in lungodegenza sia dovuto al fatto che per esempio viva da solo o non sia possibile avere a casa una assistenza adeguata, perché il mese a letto in genere lo si trascorre in casa propria. Come può leggere anche qui è possibile sostituire il trattamento incruento (=busto) con un intervento chirurgico di stabilizzazione se il bilancio rischio/benefici è a favore di questi (ripresa del carico accelerata, minori rischi di trombosi venosa profonda, ripresa più rapida, ecc.). Per sapere tutto ciò bisogna che lei chieda di essere visitato da un chirurgo ortopedico esperto in chirurgia vertebrale, che dopo averla visitata e aver visto rx e TAC le dirà cosa si può fare. Se la frattura è di minima entità è possibile che i tempi di guarigione siano davvero quelli e che quindi non occorra l'intervento, ma, lo ripeto, non posso saperlo. Ci tenga aggiornati se lo desidera, citando il consulto n. 5097.
Cordiali saluti