Salve, a mio padre a seguito di una caduta avvenuta pochi giorni fa dopo TAC è stata diagnosticata frattura somatica da compressione di D12 tipo A1 sec. AOSpine. Il neurochirurgo ha consigliato come trattamento di indossare un busto C35 e riprendere subito a camminare. Voglio precisarle anche che mio padre soffre di Parkinson e che a seguito della caduta è spesso confuso. Ho letto che sarebbe preferibile in caso di queste fratture prima un periodo di riposo a letto e poi dopo 1 mese indossare il busto. Può darmi un consiglio sulla terapia da seguire? La ringrazio.
Può leggere qui le informazioni generiche sul trattamento non chirurgico delle fratture vertebrali. In quanto tali non costituiscono una linea guida da cui non discostarsi: ciascuna frattura ha proprie peculiarità che la caratterizzano da altre, e ancor più ciascun paziente ha caratteristiche che lo rendono unico. Detto questo lo specialista che ha incontrato il paziente, che lo ha interrogato, ascoltato e visitato e che ne ha visionato gli accertamenti radiologici è il solo ad avere gli elementi necessari per decidere il percorso terapeutico. Io purtroppo so solo, dalla Sua descrizione, che la frattura è di tipo A1, la meno grave in quanto coinvolge solo una limitante del corpo vertebrale, ma non conosco per esempio l'entità dello schiacciamento e, non avendo visto le immagini della RMN, non ho nessun elemento per condividere la correttezza della diagnosi; in nessun modo posso "dare consigli sulla terapia da seguire" a distanza non potendo nemmeno tener conto delle reali condizioni di Suo padre, considerando che nel bilancio del paziente, in considerazione dell'età, delle patologie preesistenti, della costituzione fisica, ecc., vi possono essere elementi che diventano più importanti della frattura e che per questo comportano la necessità di discostarsi dal trattamento "standard". Se il neurochirurgo, come penso, ha competenza sulle fratture vertebrali ritengo che possiate seguire le sue indicazioni, ma se non siete convinti della correttezza del trattamento prescritto allora può essere utile acquisire un secondo parere facendo visitare Suo padre da un altro specialista, ortopedico o neurochirurgo, esperto in chirurgia vertebrale. In questo caso si faccia aiutare del medico curante nella ricerca dello specialista più idoneo.
Cordiali saluti