Egregio dottore, in seguito a gonalgia persistente è stata effettuata a mia mamma (72 anni) una risonanza magnetica al ginocchio sinistro di cui riporto il referto: Gonartrosi osteofitosica tricompartimentale con riduzione delle rime articolari femoro-tibiali in quadro di condromalacia di alto grado specie sul versante mediale. Focolaio di osteonecrosi del piatto tibiale mediale associato ad intensa reazione edemigena intraspongiosa circostante e dei tessuti molli profondi del compartimento femoro-tibiale omolaterale con relativa dislocazione del collaterale mediale che appare continuo. Iniziale focolaio algodistrofico del condilo femorale mediale in sede postero-esterna. Fibrillazione della fibrocartilagine mediale con estrusione del corpo e dislocazione di parte del corno anteriore a livello del PAPI. Modesta quota di versamento intrarticolare ed abbondante nello sfondato quadricipitale. Fibrillazione della fibrocartilagine meniscale laterale. Calcificazione dell’entesi del quadricipite. Rotula caratterizzata da appuntimenti osteofitosici marginali e polari, questi ultimi a sviluppo posteriore, in modesta iperpressione laterale nella posizione di esame, in quadro di condrolomacia di III° grado, in assenza arrualmente di focolai osteocondrali. A priori e visibile parzialmente per i limiti del capo di vista, fibroma osseo sottocorticale dell’epifisi distale del femore in sede mediana. Mi piacerebbe avere un suo parere sulla situazione e sapere eventualmente quale tipo di approccio suggerirebbe. Grazie per l'attenzione.
Purtroppo non è nemmeno pensabile che solo leggendo un referto RMN si possa esprimere un parere su un quadro clinico sconosciuto (e addirittura decidere il trattamento appropriato!), senza sapere nulla della storia clinica della paziente, senza sapere nulla della sua sintomatologia (dire "gonalgia" non fornisce nessuna informazione sulla reale sede del dolore, sulla sua tipologia, sulle sue caratteristiche, sulle modalità di insorgenza e di remissione, ecc.), senza vedere le immagini della RMN e soprattutto senza aver interrogato, ascoltato e visitato la signora. Le ricordo che la RMN non ha nessun significato clinico da sé sola ma acquista rilievo solo quando va a completare la visita specialistica integrandosi con quanto emerso dall'esame clinico. Mostri quindi le immagini della RMN (e non il solo referto!) al medico che, dopo aver visitato sua madre, ha ritenuto opportuno prescrivere questo accertamento, perché completi con esse la visita e decida il da farsi. Se è stato il suo medico curante, questi deciderà se farsi carico egli stesso di diagnosi e terapia o se inviare la Signora a visita specialistica ortopedica.
Cordiali saluti