Salve dottore , ho un bambino di 13 anni che gioca a calcio e 15 giorni fa scendendo le scale ha sentito un gran male sotto il ginocchio. Portato al Gaslini e visitato in ortopedia gli è stato diagnosticato il morbo di Osgood- Schlatter con il consiglio, se il dolore passava, di riprendere l' attività sportiva dopo 15 giorni di riposo. Ora il dolore sembra passato a parte la protuberanza spuntata sotto il ginocchio e il bambino vorrebbe riprendere anche se ha un po' paura che il dolore gli ritorni ed io non so cosa davvero fare essendo molto confuso di quel che ho letto in internet. Lei potrebbe consigliarmi davvero come debbo comportarmi? la ringrazio anticipatamente e la saluto cordialmente.
Per prima cosa mi lasci dire che su internet può trovare tante informazioni anche contrastanti, ma non può trovare la soluzione per il singolo caso di suo figlio, perché lei non dispone dei filtri necessari per distinguere quelle corrette da quelle assai più numerose volutamente o colposamente false, ma soprattutto proprio perché il caso di suo figlio è specifico per lui, e non ci sono mai due casi uguali di qualsiasi patologia in due pazienti diversi, nemmeno se fossero gemelli omozigoti. Detto questo, però, nemmeno io ho gli elementi per esprimere un parere su un quadro clinico sconosciuto solo leggendo la Sua descrizione, perché la malattia di Osgood-Schlatter che vediamo continuamente non passa in 15 gg di riposo, ma richiede provvedimenti specifici e riduzione dell'attività fisica per mesi e mesi. Se l'ortopedico che ha visitato il ragazzo e, immagino, ha visto le radiografie ha proposto la ripresa dell'attività sportiva dopo 15 gg, io che non ho visto né l'uno né l'altre non ho elementi per decidere diversamente. Se Suo figlio riprende il calcio, ma con molta gradualità, e il dolore ricomprare sarà indispensabile tornare a visita ortopedica per decidere il trattamento appropriato. Le ricordo che la patologia è dovuta alla eccessiva (ed eccessivamente ripetuta) trazione esercitata dal tendine rotuleo sulla tuberosità tibiale, che non ha la resistenza necessaria per tollerarla anche perché la tuberosità, non essendo finito l'accrescimento, è costituita ancora da un nucleo con elevata componente cartilaginea. In altre parole la patologia è conseguenza di una richiesta funzionale esagerata per le capacità di un organismo in via di accrescimento, ma questo concetto non viene quasi mai accettato né dai genitori (in realtà i padri) né dagli "allenatori", e invece se ne dovrebbe tenere conto con maggiore attenzione.
Cordiali saluti